venerdì 15 aprile 2016

A volte ritornano.... !



Ci vogliono convincere che non abbiamo più diritti. Che siamo degli ingrati se cerchiamo di alzare la testa. C’è chi non ha lavoro, chi non ha una casa o rischia di perderla perché non può pagare il mutuo, chi non ha cibo, chi emigra, chi scappa dalla guerra, chi difende con le unghie e con i denti la propria vita e quella delle persone che ama. In tutto questo, tu che hai un lavoro hai il coraggio di rivendicare diritti? Devi solo ringraziare il padrone che alla fine del mese il tuo stipendio ti viene accreditato in banca. Vuoi anche rivendicare la possibilità di svolgerlo con dignità? Con lealtà e onesta? Hanno sovrapposto artatamente i piani del discorso per poter confondere le idee e innescare il conflitto sociale: tu sei privilegiato e quindi non puoi parlare, i problemi sono ben altri. E per affrontare le emergenze sono tutti d’accordo, i diritti sono un peso, pensiamo alla carità che ci consente di avere solo gratitudine. E per il resto usiamo la distrazione di massa, usiamo la televisione per fare terrorismo sul cibo ammalato, sulla carne alla brace cancerogena. L’importante è dare il messaggio che nessuno ha più il diritto di rivendicare la sua dignità, è tutto solo una graziosa concessione. 

mercoledì 19 giugno 2013

Precario è il mondo


Oggi mi frullava per la testa la canzone di Daniele Silvestri….. In particolare l’ossessivo ripetersi della frase “mi sono rotto, io mi sono rotto”.

Quello che potrebbe apparire un banale sfogo - chi di noi non ha mai sentito il desiderio di fuggire altrove - si fa sempre più incalzante, ormai da alcuni anni, e mi pone davanti alla mia mancanza di coraggio.
Apparentemente non c’è niente che mi leghi a questo posto, a questa città, a questa vita, se non la responsabilità di una madre sola e non più giovane, eppure ci giro intorno ma resto sempre qui.

Ora confesserò il paradosso, io non me ne vado perché non ho un lavoro precario!

Ogni tanto lo cambio, per soffocamento, ma rimango li, ci giro intorno, e per quanto gli uffici siano diversi resto sempre e comunque un dipendente pubblico. Ho barattato i desideri per la sicurezza e da questa prigione, che ho scelto, non ho il coraggio di evadere.
Le scelte hanno spesso motivazioni razionali, che ai più appaiono impeccabili, tanto che vista da fuori sono anche invidiata: una donna realizzata, un buon lavoro, una casa, possibilità di soddisfare ogni tanto qualche sfizio …..
E allora come spiegare che mi sento soffocare senza apparire un’ingrata? Come raccontare a quelle migliaia di giovani, e non più tali, disoccupati che io sopra quel lavoro vorrei sputarci sopra?

E infatti non lo faccio, e continuo a svegliarmi ogni mattina, facendo ogni sforzo possibile per resistere al vortice dell’omologazione che cerca di sopraffarmi per indurmi finalmente alla rassegnazione.

martedì 18 giugno 2013

Decompressione


Mare, blu intenso
40 metri sotto,
ti attira verso il basso
sempre più in fondo
l'abisso ti seduce
insinuante
e tu, sotto quel peso,
che vorresti provare a volare.

domenica 16 giugno 2013

Risvegli


A volte la vita ti sorprende
e dopo un interminabile silenzio
sale alla labbra un vagito
flebile, timido, insicuro
un monosillabo
non ha un senso compiuto
ha perso memoria di sé
eppure è ancora vivo
sotto la coltre di polvere
in cui è stato costretto
da un implacabile censore.

sabato 19 maggio 2012

Bastardi senza gloria.

La notizia mi ha sconvolto. Un attentato ad una scuola, una ragazza di 16 anni morta, una in pericolo di vita e altri feriti. 
Hanno attaccato una scuola, che guada caso si chiama "Morvillo - Falcone", alla vigilia della ricorrenza dei 20 anni dalla strage di Capaci. Ovvio che immediatamente si pensi alla matrice mafiosa, tutto torna, ci sono gli indizi che appaiono gravi, precisi e concordanti (come si dice in gergo tecnico). Del resto i mafiosi non sono più quelli di una volta, hanno dimenticato il loro codice d'onore, e quindi perché non crederli capaci di infierire contro degli adolescenti, nello specifico anche donne?
Però, mi chiedo, "cui prodest"? Qual'è il segnale che la mafia avrebbe voluto dare con questo gesto scellerato? Che esiste ancora e che è più forte di prima? Perché, qualcuno forse ne ha mai dubitato?
Sono mesi che parlo, quando ne ho l'occasione, del pericolo concreto di gravi sommovimenti dovuti alla crisi non solo economica ma soprattutto morale del nostro paese. Ma io non sono una politologa né una sociologa, mi limito a guardarmi intorno e a farmi domande. E voglio farmene anche in questa occasione, senza preconcetti, cercando di mantenermi lucida e senza condizionamenti.
Ma chiunque sia stato, chiunque abbia deciso di sferrare un attacco così vigliacco, deve fare i conti con la propria coscienza, perché anche il più infimo degli uomini, in quanto tale, non può non conservarne un barlume.
Mi auguro solo che questa non sarà una delle tante stragi che nel nostro povero paese, per un motivo o per l'altro, restano impunite.

venerdì 27 gennaio 2012

Albatross (pensando a Baudelaire)


Le mie ali da gigante mi hanno impedito di camminare. Ma saranno quelle stesse ali, ora, in modo forse un po' impacciato, a darmi la forza necessaria per intraprendere, finalmente, il volo.
Ora che mi sento come chi sta smaltendo i postumi di una lunga malattia, confusa, smarrita e priva di energia. Ma nello stesso tempo esaltata dal sapermi fuori pericolo.
Ora che resto stordita dal non avere tutele e smarrita dall'immensità di quello che significa. Spaventata sicuramente, ma non più paralizzata.
Ora che ho rinunciato alle zavorre rassicuranti e che non ho più scuse per rimandare. 
Ora che non ho più nessuno a cui delegare la mia felicità e da colpevolizzare per l'inadeguatezza. 
Ora che è tutta responsabilità mia.

mercoledì 18 gennaio 2012

Relazioni tossiche


Esistono relazioni malate che subdolamente intossicano l'anima e ti cambiano la personalità. Relazioni capaci di svuotarti dei sogni e delle speranze per scaraventarti nel buio più profondo. Sono come le sanguisughe, ti succhiano la linfa vitale per lasciarti inerte e preda dei più angosciosi incubi. La paura del tempo che ti scorre inarrestabile tra i capelli che imbiancano, tra le rughe che ti solcano il sorriso che si spegne ogni mattina che non vorresti svegliati, tra quelle pieghe sull'addome che segnano le giornate perse seduta alla scrivania di un lavoro che non avresti voluto se avessi potuto scegliere. 
Sono relazioni inutili, che non ti fanno neanche più sperare e che non ti danno niente, se non la rabbia di sentirti in gabbia per non sapere come uscirne.
Sono quelle relazioni consolidate per inerzia nell'illusione di avere un compagno per alleviare la solitudine e che invece ti hanno fatto terra bruciata intorno, senza che te ne rendessi conto. Ti hanno chiesto l'esclusiva ed in cambio non hanno concesso nulla.
Sono relazioni che si nutrono della tua debolezza, convinte che non potrai fare altro che chinare la testa e restare impalata ad accettare ancora perché non hai alternative.
Sono relazioni dalle quali un ultimo sussurro di dignità ti implora di fuggire.



lunedì 2 gennaio 2012

futuro in balia delle onde


Ultimamente, l'unico posto dove riuscivo a ritrovare un po' di pace era in alto mare. Come potevo, cercavo di prendere il largo su una barca a vela. Finalmente riuscivo a trovare la serenità, a dormire e a sognare. Finalmente la mia illusione infantile si realizzava: il vento che mi attraversava i capelli riusciva a portarsi via tutti i miei pensieri e a lasciarmi innocente.
Poi, un paio di mesi fa, ero al timone di un piccolo sloop di 31 piedi quando, improvvisamente, il vento leggero si è tramutato in burrasca, raffiche a 37 nodi, mare di colpo ostile, barca ingovernabile. Ho tenuto il timone, ho retto la barca, ma la mia gamba sinistra tremava in modo incontrollabile durante tutte le manovre. Sono riuscita a riportare la barca in porto illesa, ma l'episodio, invece di rafforzarmi ha tremendamente minato la mia sicurezza.
Me ne sono tragicamente accorta in questo fine settimana. Avevo deciso di trascorrere il capodanno in barca, mi sembrava il giusto omaggio all'unico luogo in cui credevo di essere serena.
Tutto bene all'andata, vento leggero e mare amico. Al ritorno, invece, le condizioni non erano più così favorevoli: si è alzato il mare e il vento. Non tanto da dover preoccupare, ma quanto è bastato perchè al timone, sentendo la barca sbandare, ho avuto paura. Attacco di panico, sudore freddo, voglia di spiattellarmi sul fondo per non guardare in alto. Non potevo più governare. Ho lasciato il timone all'unico altro passeggero e sono andata al piede dell'albero per prendere una mano di terzaroli (ossia ridurre la vela). E' assurdo: paura di essere al timone, e quindi di governare la barca, ma non di fare manovre molto più pericolose come quella descritta o di manovrare le vele. 
E' necessario che io rifletta su questo paradosso. Non ho paura di essere su un guscio di noce in balia delle onde e del vento se conduce qualcun altro mentre sono terrorizzata di essere al timone. 
Non credo sia psicologia spicciola se collego questa paura al terrore paralizzante che mi impedisce di riprendermi in mano la vita,  che mi costringe a posticipare le scelte necessarie e che mi fa rimpiangere le cose non fatte.

lunedì 26 dicembre 2011

espiazione


Cosa avremo mai fatto di male, noi persone sole, da dover soffrire in questo modo l'inadeguatezza del nostro vivere che ci piomba addosso inesorabilmente in questi giorni di festa?
Dovremo forse espiare il nostro ventre sterile, l'affetto riposto invano, l'illusione di vivere fuori da schemi prestabiliti, il vuoto creato dal rifiuto delle convenzioni?
Si può avere pietà per chi ha sfidato la sorte, per chi ha sognato e ha fallito, per chi è salito su un autobus senza fermate per una destinazione diversa da quella che avrebbe voluto?
Questi giorni sono spietati. Ti pongono di fronte alla tua miseria senza appello. 

sabato 24 dicembre 2011

ed infine .... buon Natale!

Oggi c'è lo sciopero delle immagini. Blogspot non funziona. Quindi post senza foto!

Avrei voluto soprassedere, fare finta di nulla, immolarmi per mia madre e farla contenta perchè lei ci tiene alle feste comandate.
Ed infatti ho lasciato in soffitta lo storico alberello che mi regalò mio padre una vita fa, niente addobbi ne babbi natale in giro per casa, sobrietà per dissimulare......
E invece, alla fine, lo spirito natalizio oggi ha contagiato anche me. Sarà perchè ho sentito persone perse da tempo, perchè alla fine ho fatto pochi regali ma tutti scelti con affetto, perchè stasera mi aspetta mia nipote di tre anni, insomma, sarà per un'infinità di motivi, ma non sono riuscita a restare indifferente come avrei voluto.
E allora, con spirito ecumenico, seguo il moto di affetto per l'umanità che mi anima in questo momento e, cogliendo l'attimo, auguro a chiunque passerà da queste parti di trascorrere un Natale sereno e in armonia con  il proprio cuore.
Vi abbraccio tutti !

martedì 13 dicembre 2011

Come passa il tempo .......


Era tanto tempo che non passavo da queste parti. Mi ricordavo di aver chiuso il blog per crisi, e allora credevo davvero che sarebbe stata temporanea. Oggi mi accorgo che è passato più di un anno e che non solo la crisi non è passata ma è ancora più profonda.
Avevo chiuso perché non volevo utilizzare questo luogo come spazio per uno sfogo personale, avrebbe solo tediato e si sarebbe trasformato in un diario adolescenziale. Il mio affondare nell'apatia mi impediva di trovare qualcosa di intelligente da scrivere, quindi credevo di poter ricaricare le batterie con un po' di silenzio.
Invece il silenzio mi ha portato ancora più nel pantano dell'immobilità, nella solitudine, nel disinteresse per me e per il resto del mondo.
Oggi mi ha colpito quella data: 1 dicembre. Non immaginavo che fosse passato così tanto tempo!
Non so cosa mi abbia spinto a scrivere questo post, probabilmente la consapevolezza che devo fare qualcosa per riemergere, e che in qualche modo devo trovare l'energia per farlo.
Non garantisco niente, però ci vorrei riprovare.

mercoledì 1 dicembre 2010

Chiuso temporaneamente per crisi

 
Io cammino fumando
e dopo ogni boccata
attraverso il mio fumo
e sto dove non stavo
dove prima soffiavo.
(Valerio Magrelli)

domenica 21 novembre 2010

questioni d'umore


Seguendo il suggerimento, con un bicchiere di vino in una mano e una sigaretta nell'altra, guardo la mia immagine seduta in poltrona, con il fido Muso costantemente vigile (almeno lui)  ....




giovedì 18 novembre 2010

Il virus del contraddittorio




Pare che ci sia un morbo che si aggiri per l’Italia. E’ il virus del contraddittorio, lo invocano tutti, a gran voce, e spesso anche a sproposito. Anche  la Chiesa chiede il contraddittorio perché alla famigerata trasmissione “vieni via con me” è stato invitato Don Gallo. Ma, a rigore, in tal caso il contraddittorio avrebbero dovuto chiederlo i mussulmani, i buddisti, gli induisti, quelli della chiesa avventista del settimo giorno o i testimonio di Geova. Mi sfugge qualcosa… o forse fa solo finta di sfuggirmi …..
Non mi piacciono gli elenchi che Fazio fa nella sua trasmissione, li trovo retorici e patetici, ma forse è il caso di fare l’elenco di tutti i possibili “contraddittori necessari” (virgolettato perché alludo ad un tecnicismo giuridico) . Comincio con quelli più banali:
D'Alema vs Veltroni, con interventi eventuali di qualche esponente della destra, ma che comprenda tutte le correnti antagoniste;
Berlusca vs Fini ma anche il resto dei politici esclusa la lega;
Vendola vs Bersani, questa è tutta interna;
Maroni vs Saviano, ma qui bisogna invitare anche Sandokan, Yanez De Gomera,  Tremal-Naik e Lord Brooke;
Masi contro l’Usigrai (almeno i 1314 giornalisti che non si riconoscono nella sua direzione) ;
Si attendono suggerimenti, è necessario collaborare alla predisposizione dei palinsesti delle trasmissioni del servizio pubblico.

mercoledì 17 novembre 2010

misunderstanding



Ho saputo che oggi è l’unfriending day per il popolo di Facebook leggendo il blog di Gians. Ebbene, confesso che anche io ho commesso il peccato di aprire un profilo su FB che è praticamente dormiente, nonostante i richiami ad essere attiva di alcune amiche reali (che sento spesso al telefono e vedo con una certa regolarità ma che si lamentano del fatto che non lasci commenti alle loro facezie su FB).
Ho quindi fatto un salto di là e, novità dell'ultimo momento, non ho trovato stragi di amici ma un’altra sorpresa: molti  hanno cambiato l’immagine del profilo con la foto di un cartone animato. E ho scoperto che non si è trattato di un’ispirazione spontanea collettiva ma di un’adesione alla seguente proposta lanciata da non so chi: “dal 15 al 20 novembre  cambia la foto del tuo profilo di Facebook con quella di un eroe dei cartoni animati della tua infanzia... lo scopo? Per una settimana non vedremo una sola faccia "vera" su Facebook”.
A parte la domanda che mi è sorta spontanea, ossia quante facce vere si vedano solitamente su facebook, mi sono chiesta se questo gioco abbia travalicato i confini del noto social network per approdare nella vita reale, visto che libero-news.it ha titolato “Maroni a Saviano: non sono Sandokan”. Evidentemente va di moda un nuovo gioco di ruolo che si potrebbe definire “travisamento dei fatti”, oppure “libera interpretazione della realtà” o anche, più semplicemente come da bambini, “facciamo finta che ero ….”
Su FB si può lasciare il proprio gradimento  su ciò che hanno scritto altri cliccando sul pulsante "mi piace", ma non si può dire "non mi piace". Invece vorrei dire che ci sono certi giochi che non mi piacciono, ma forse sono io ad essere troppo seriosa …..