Cosa avremo mai fatto di male, noi persone sole, da dover soffrire in questo modo l'inadeguatezza del nostro vivere che ci piomba addosso inesorabilmente in questi giorni di festa?
Dovremo forse espiare il nostro ventre sterile, l'affetto riposto invano, l'illusione di vivere fuori da schemi prestabiliti, il vuoto creato dal rifiuto delle convenzioni?
Si può avere pietà per chi ha sfidato la sorte, per chi ha sognato e ha fallito, per chi è salito su un autobus senza fermate per una destinazione diversa da quella che avrebbe voluto?
Questi giorni sono spietati. Ti pongono di fronte alla tua miseria senza appello.