giovedì 24 giugno 2010

La difficoltà di essere coerenti

A volte è difficile essere coerenti!
Capisco tutte le rimostranze avverso la manovra del Governo, fanno inalberare (eufemismo!) anche me.
Ma che il 25 giugno è stato aggiunto anche lo sciopero del trasporto aereo, e io avevo prenotato un volo da un paio di mesi e stavo facendo il countdouwn per prendermi quattro giorni, dico solo quattro, di vacanza e il tutto rischia di andare a puttane .... scusate, ma mi fa incazzare!
Possibile che non si riesce a trovare un'altra forma di lotta sindacale che tuteli anche gli altri lavoratori? Quelli che si fanno lo stesso il culo, che sono considerati lo stesso spesa pubblica e che avranno il contratto bloccato da qui all'eternità, ma che hanno avuto l'ardire di spendere dei soldi (risparmiati al centesimo) per comprarsi un biglietto e che sognano da settimane quei cazzo di fottutissimi giorni di respiro?!? 
Scusate lo sfogo, ma questa mi pare l'ennesima guerra dei poveri.
Far disperare i pendolari, ingolfare le città di traffico perchè in un modo o nell'altro quelli che non possono o non vogliono scioperare devono raggiungere il posto di lavoro, punire i viaggiatori, che sono lavoratori allo stesso modo, posto che chi può permetterselo trova sempre e comunque sistemi alternativi per raggiungere le destinazioni (vedi auto blu, voli speciali ecc.), non mi sembra un modo ancora efficace di ribadire i propri diritti. Vivo a Roma e, come i miei concittadini, sono abituata agli scioperi, alle manifrstazioni e ai cortei: non ci interessa neanche più sapere chi e perchè sciopera, l'importante è conoscere i percorsi e gli orari delle manifestazioni per trovare percorsi alternativi.
Se con lo sciopero si intende punire il padrone, beh, si sappia, lo scopo è ben lontano dall'essere raggiunto. Gli unici a pagarne lo scotto sono i poveri utenti dei servizi negati. E il padrone può farsi forza, e trovare terreno fertile, nell'attaccare i soliti comunisti disfattisti.

venerdì 18 giugno 2010

E' morto un uomo libero


Per me è un giorno veramente triste!
Ho appreso la notizia così, di colpo, accendendo il computer e aprendo svogliatamente il sito di un quotidiano per seguire l'ennesima boutade del nostro governo e leggo che Josè Saramago non è più tra noi.
Sono affranta perchè è morto un Maestro: non sono per le sue geniali capacità di scrittore, per la gamma sconfinata dei messaggi che consegnava in ogni libro, per la coerenza delle sue scelte di vita, ma anche, e forse solo per me, perchè è stato una bussola nella mia continua ricerca.
Mi lascia un grande vuoto, impossibile da colmare.
Che tu possa continuare ad essere libero, ovunque il tuo Spirito si trovi.

mercoledì 16 giugno 2010

Notizie raccapriccianti


IERI IL GOVERNO DEL TEXAS HA COMMESSO UN OMICIDIO

Ha ucciso deliberatamente, con premeditazione si direbbe, un uomo dopo avergli fatto attendere il momento  del trapasso per ben 32 anni!
"Nel 'braccio della morte', i detenuti vivono in spazi estremamente ristretti (appena 9 metri per 2), in isolamento 24 ore su 24, con la restrizione delle visite e la sola prospettiva della morte avvenire" (fonte).
David Powell aveva 59 anni ed ed era stato condannato per l'omicidio di un poliziotto commesso sotto l'effetto di sostanze stupefacenti nel 1978, all'età di 27 anni. E' appena il caso di sottolineare che la sua condanna è stata annullata 2 volte in appello e riconfermata nei successivi processi  (fonte).
Secondo il rapporto di Amnesty International, in questi lunghissimi anni il detenuto si era reso conto della gravità del suo gesto, aveva espresso rimorso per quanto commesso e si era reso disponibile ad aiutare gli altri detenuti. 
La pena ha svolto la sua funzione repressiva, ha posto il soggetto nelle condizioni di non commettere altri reati e lo ha rieducato. Ha svolto anche la sua funzione general-preventiva, intesa nel senso di distogliere la generalità dei cittadini daal commettere altri reati.
A cosa è servito questo omicidio?
Non si può parlare di vendetta, perchè quella attiene alla sfera emotiva dei soggetti che si sentono colpiti dalle conseguenze del delitto, e benchè non giustificabile, può essere compresa se si svolge nell'immediatezza del fatto.
Non può avere intenti riparatori, perchè non mi risulta che a seguito di questo omicidio ci sia stata alcuna resurrezione.
Io non trovo giustificazioni e ritengo che ieri sia stato commesso impunemente un omicidio privo di giustificazioni e con modalità particolarmente sadiche ed efferate.




domenica 13 giugno 2010

Crisi d'identità


Ultimamente sembra che la mia vena di scrittrice si stia esaurendo. Questo blog non ha più una sua identità. Non è una pagina personale, chè di me non ho voglia di parlare, nè un luogo di riflessione sulla politica e la società, chè la nausea che provo per quello che sta accadendo al mio paese mi blocca le parole, probabilmente un'autocensura, come se già non ne avessimo abbastanza.
Resto così, sospesa a pensare, in attesa di un'illuminazione che mi riporti tra voi.
Intanto continuerò a seguirvi, assicurando che è solo una pausa di riflessione, non un abbandono definitivo.

mercoledì 2 giugno 2010

La repubblica che vorrei


Discorso di Pericle agli ateniesi
                                     
"Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
                                                   
Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così."

Tucidide, La guerra del Peloponneso