lunedì 26 dicembre 2011

espiazione


Cosa avremo mai fatto di male, noi persone sole, da dover soffrire in questo modo l'inadeguatezza del nostro vivere che ci piomba addosso inesorabilmente in questi giorni di festa?
Dovremo forse espiare il nostro ventre sterile, l'affetto riposto invano, l'illusione di vivere fuori da schemi prestabiliti, il vuoto creato dal rifiuto delle convenzioni?
Si può avere pietà per chi ha sfidato la sorte, per chi ha sognato e ha fallito, per chi è salito su un autobus senza fermate per una destinazione diversa da quella che avrebbe voluto?
Questi giorni sono spietati. Ti pongono di fronte alla tua miseria senza appello. 

10 commenti:

  1. Qualcuno ha detto, Natale serve a ricordare a chi e' solo che e' solo, a chi non ha soldi che non ha soldi e a chi ha una famiglia del cavolo, che ha, appunto, una famiglia del cavolo....concordo, nel dire che questi giorni sono spietati con chi non e' felice, ma poi passano :-)

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  2. Si merita pietà (ma non commiserazione) si merita rispetto perché chi ha scelto strade e vicende più difficili, o addirittura non le ha scelte ma ci si é trovatao a viverle, merita di vedere riconosciuta la sua dignità e la sua sensibilità; ma chi sta così deve anche imporsi amor proprio e voglia di non arrendersi.

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  3. @ Fly e Daniele:
    ho appena riletto il post. Cavolo, ci sono andata giù dura l'altra sera. E' stato uno sfogo, pensavo di cancellare tutto ma poi ho letto i vostri commenti e ho pensato che non sarebbe stato giusto.
    Hai ragione Fly, poi passa.... ma ogni Natale torna ed è sempre più pesante ....
    Daniele, mi stai cazziando, e fai bene. Mi sto lasciando trasportare e mi rendo conto che sto anche commiserandomi. Ci rifletterò sopra.

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  4. non no cazziando in modo duro solo un modo per dirti che se quelli come te, come me forse, non vengono considerati per le scelte di vita che molti non capiscono, beh non possiamo deprimerci perché nessuno o quasi ci tenderà una mano.Dobbiamo essere noi a provare a prenderci quello che ci spetta in ogni campo, professionale e sentimentale. Quindi non era una cazziatone severo e da professorino ( per carità non sono certo io la persona che può parlare ed insegnare al riguardo lol) ma un modo per esortarti a lottare che non sei sola.

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  5. Caro Daniele, ho capito l'intenzione della tua cazziata e l'affetto e la vicinanza che che ci sono dietro. Proprio per questo ci voglio riflettere sopra. Troppo spesso, quando le cose vanno storte, invece di combattere mi rinchiudo in un angolo a leccarmi le ferite. E questo innesca un meccanismo perverso che posso interrompere solo da sola, trovando dentro di me la voglia (e la forza) di ricominciare.
    Ma sapere di non essere sola da coraggio .... ;)

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  6. A volte é utile anche leccarsi le ferite per ripartire. Basta che non porti ad una rassegnazione quasi impalpabile ma che lentamente avanza e ci corrode la voglia di lottare.

    No, non sei sola :-)

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  7. Eppure...io la voglia di lasciarmi andare ce l'ho spesso. Anche se, nella fattispecie, il mio ventre ha partorito un essere umano che oggi di me se ne frega beatamente, come, forse, è anche logico che sia.
    Mi è piaciuto molto il commento di Flyhigh, anche se, purtroppo, oltre il natale, che se ne va, l'amarezza rimane sempre, fedele compagna di vita.
    Lo so, Efesto, sono una pessima consolatrice. :(

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  8. Non direi che sei una pessima consolatrice, Nico, credo che, come me, non vedi il futuro molto roseo e che, come me, pensi che sia tutta colpa nostra .....

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  9. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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