Ci vogliono convincere che non abbiamo più diritti. Che
siamo degli ingrati se cerchiamo di alzare la testa. C’è chi non ha lavoro, chi
non ha una casa o rischia di perderla perché non può pagare il mutuo, chi non
ha cibo, chi emigra, chi scappa dalla guerra, chi difende con le unghie e con i
denti la propria vita e quella delle persone che ama. In tutto questo, tu che
hai un lavoro hai il coraggio di rivendicare diritti? Devi solo ringraziare il
padrone che alla fine del mese il tuo stipendio ti viene accreditato in banca.
Vuoi anche rivendicare la possibilità di svolgerlo con dignità? Con lealtà e
onesta? Hanno sovrapposto artatamente i piani del discorso per poter confondere
le idee e innescare il conflitto sociale: tu sei privilegiato e quindi non puoi
parlare, i problemi sono ben altri. E per affrontare le emergenze sono tutti d’accordo,
i diritti sono un peso, pensiamo alla carità che ci consente di avere solo
gratitudine. E per il resto usiamo la distrazione di massa, usiamo la
televisione per fare terrorismo sul cibo ammalato, sulla carne alla brace
cancerogena. L’importante è dare il messaggio che nessuno ha più il diritto di
rivendicare la sua dignità, è tutto solo una graziosa concessione.
I microscopici insuccessi dei desideri
6 giorni fa
Ciao Efesto, sono capitata per caso, cercavo i blog che leggevo un tempo...era bello sapere che c'e erano tante persone bellissime intorno a me...
RispondiEliminaspero vada tutto bene, un abbraccio fly
Purtroppo ho lavorato fino a 67 anni e nel settore privato. Non sai quante volte avrei voluto ribellarmi quando mi mandava a fare la spesa per sua moglie o per le amanti di turno. Sono stata spremuta come un limone ma lo stipendio mi serviva e quindi ho dovuto ingoiare i rospi. Col primo datore di lavoro sono stata licenziata perché dopo 9 anni ho avuto l'indecenza di desiderare un figlio. Noi donne siamo più esposte a ricatti e con malinconia penso che anche per il futuro non cambierà nulla. Buona giornata.
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