lunedì 2 gennaio 2012

futuro in balia delle onde


Ultimamente, l'unico posto dove riuscivo a ritrovare un po' di pace era in alto mare. Come potevo, cercavo di prendere il largo su una barca a vela. Finalmente riuscivo a trovare la serenità, a dormire e a sognare. Finalmente la mia illusione infantile si realizzava: il vento che mi attraversava i capelli riusciva a portarsi via tutti i miei pensieri e a lasciarmi innocente.
Poi, un paio di mesi fa, ero al timone di un piccolo sloop di 31 piedi quando, improvvisamente, il vento leggero si è tramutato in burrasca, raffiche a 37 nodi, mare di colpo ostile, barca ingovernabile. Ho tenuto il timone, ho retto la barca, ma la mia gamba sinistra tremava in modo incontrollabile durante tutte le manovre. Sono riuscita a riportare la barca in porto illesa, ma l'episodio, invece di rafforzarmi ha tremendamente minato la mia sicurezza.
Me ne sono tragicamente accorta in questo fine settimana. Avevo deciso di trascorrere il capodanno in barca, mi sembrava il giusto omaggio all'unico luogo in cui credevo di essere serena.
Tutto bene all'andata, vento leggero e mare amico. Al ritorno, invece, le condizioni non erano più così favorevoli: si è alzato il mare e il vento. Non tanto da dover preoccupare, ma quanto è bastato perchè al timone, sentendo la barca sbandare, ho avuto paura. Attacco di panico, sudore freddo, voglia di spiattellarmi sul fondo per non guardare in alto. Non potevo più governare. Ho lasciato il timone all'unico altro passeggero e sono andata al piede dell'albero per prendere una mano di terzaroli (ossia ridurre la vela). E' assurdo: paura di essere al timone, e quindi di governare la barca, ma non di fare manovre molto più pericolose come quella descritta o di manovrare le vele. 
E' necessario che io rifletta su questo paradosso. Non ho paura di essere su un guscio di noce in balia delle onde e del vento se conduce qualcun altro mentre sono terrorizzata di essere al timone. 
Non credo sia psicologia spicciola se collego questa paura al terrore paralizzante che mi impedisce di riprendermi in mano la vita,  che mi costringe a posticipare le scelte necessarie e che mi fa rimpiangere le cose non fatte.

29 commenti:

  1. Stavo pensando alla stessa cosa prima di arrivare a fine lettura.
    Hai ragione: spesso riusciamo a compiere gesta quasi ai confini con la realtà, ma decidere della nostra vita nei suoi aspetti più importanti diventa impresa titanica.
    Sai, mi hai fatto pensare che uscire in barca dev'essere rilassante, e che possa veramente riuscire a metterti in contatto con te stessa.
    Un bacio. :**

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  2. accidenti, ti perdo un attimo di vista e guarda cosa combini, direi che la tua auto diagnosi è azzeccata, il fatto che tutto dipenda da noi è una presa di coscienza che può essere paralizzante, anche io in certi momenti mi rilasso mollando il volante della macchina, ma non ti preoccupare, se hai l'autoconsapevolezza, prima o poi affronti il problema correttamente e lo risolvi, un abbraccio e buon anno

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  3. Concordo pienamente e ribadisco che la presa di coscienza di un problema è il primo passo verso la sua soluzione! I buoni segnali ci sono tutti, ricordi? Ne parlavamo proprio verso gli ultimi giorni del 2011. Hai gli strumenti e hai, come vedi, dei buoni "marinai" pronti a sostenerti quando sarai al timone....
    Buon anno!

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  4. Nico, se ti piace il mare, la barca - a vela però! - riesce a regalarti delle emozioni incomparabili .... nel bene e nel male ;)

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  5. Imp caro, vedi come passa il tempo, hai pensato di avermi perso di vista solo un attimo e invece ... è passato un anno !!! Ma è bello ritrovarti qui ;)
    Non mi far preoccupare, che vuol dire che ti rilassi mollando il volante della macchina? Spero che tu lo faccia nel parcheggio ;)
    Tornando al tema del post, quello che tu mi dici è incoraggiante, anche se in questo momento vedo la strada tutta in salita.
    Un abbraccio

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  6. Charlot bella, prima o poi ci devi venire in barca con me, e per quel giorno ti prometto che sarò in forma. Ce la voglio mettere tutta. E voglio, soprattutto, curare i "marinai" che mi sostengono, perchè anche il ritirarmi dal mondo è stato un altro errore da matita blu.
    Questi sono i buoni propositi del 2012.....

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  7. Io la penso come Charlot, riuscire a capire qual e' il problemae ammettere che ci sia e'di sicuro il primo passo verso la soluzione, e come sempre la forza la si trova solo in noi stessi...buon anno.

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  8. Buon anno a te Fly. Spero davvero che dalla consapevolezza sorga il coraggio necessario. Altrimenti tutto diventa ancora più paralizzante...

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  9. E chissà che, prima o poi, non riesca a farlo davvero. Adoro il mare, anche quando non promette bene.

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  10. Non mi soffermerei tanto sul fatto che non riesci a riprenderti la tua vita, ma sul fatto che senza qualcuno che la guida tu non ci sai stare. Solo colmando quel vuoto che ti porti dietro da tanti anni riuscirai a tremare perchè è normale ma a non lasciare più a nessuno la guida della tua vita. Ricordi quel disegno, in quella giornata afosa...metti la bocca, gli occhi e il naso. Se riuscissi a vederti per quanto sei bella!

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  11. ma sì faccio un po' il cretinetti per sdrammatizzare, sei vuoi anche un po' lo sceminchio, ciao

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  12. @ Nico, se riuscirai a farlo mi dovrai raccontare le emozioni che proverai. Buon vento, allora ;)

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  13. Grazie per le tue parole, "Anonimo".
    In questo momento non ci riesco proprio a sentirmi bella, anzi, tutto il contrario e con profondo sconforto. Però sapere che tu lo pensi mi deve far riflettere (perché so che sei sincera), così come la giusta osservazione che senza qualcuno che guidi la mia vita, che possa essere un compagno o una madre, io mi sento persa.
    Mi hai dato da che pensare nei prossimi giorni .... Un abbraccio

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  14. Ti voglio bene anche per questo, Imp caro ;)

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  15. E' bello e non comune questo tuo rapporto con il mare.
    Perchè non provare a lasciarsi trasportare dalle onde, nessun timone ma libertà e accettazione..
    Ho cercato di vedere la cosa da un punto di vista diverso. Quello che vorrei è poterti offrire la soluzione giusta ma temo che dovrai cercarla dentro di te.
    Il mio augurio sincero è che tu possa ritrovarti presto..

    Grazie degli auguri Efesto.
    Buon tutto a te e buona vita
    Julia

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  16. Mi prenoto per un giro in barca a vela! Come apprendista marinaio.......

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  17. Marcello, arrossisco .....
    Se continuerai a passare di qui avrai modo di ricrederti ;)
    Grazie della visita .... a presto

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  18. Carissima Julia, mi ha angosciato proprio il fatto che il panico mi ha impedito di lasciarmi trasportare dal mare e dal vento.
    Questa notte ho sognato di navigare, e non ho avuto paura .... sicuramente sarà un buon segno!

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  19. Non so quale sia il messaggio o il segnale di questo episodio ma spero possa arrivarne presto a capo e riprenderti in mano tutto, barca e soprattutto vita!
    Un abbraccio grande ed anche se in ritardo, auguri di 2012 in cui tutto questo possa verificarsi ;-)

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  20. bé : D
    mi sono distratto un po' dalla vita leggendo qua e là quello che hai scritto. è un ottimo segno!

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  21. Essere al timone mentre la barca ti straorza, è qualcosa di forte: a me ricorda il nostro limite nei confronti del mare e del vento. Capita.
    Forse non occorre raggionarci troppo. É successo. Tutto qui.

    Trovo però bella la tua fiducia verso chi stava al timone mentre tu terzarolavi.
    Questa esperienza non ti ha tolto consapevolezza (quella di saper governare), ma ti confermato qualcosa di molto importante: sai fidarti, sai affrontare insieme agli altri, facendo squadra, almeno con quell'unico passeggero, un momento difficile, tirando fuori il meglio. In quel momento il meglio ti vedeva a dare la mano e non al timone. Va bene così.

    Buon vento.

    M.

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  22. Marcello, se davvero sono riuscita a fare tanto allora dovrei riconsiderare seriamente la mia antica idea di scrivere. E smettere con l'autocensura preventiva ;)

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  23. Benvenuto Mauro!
    Da velista so che puoi capire le sensazioni che si provano in certi momenti. E' vero, sono esperienze che ti pongono di fronte ai tuoi limiti, ma come scriveva Jack London, il mare pone l'uomo di fronte ai suoi limiti ma gli da anche lo stimolo a superarli. Io ho avuto paura e sono rimasta paralizzata, e questo non mi ha angosciato perchè non vorrei che sia il limite a vincere su di me.
    La tua lettura positiva sul gioco di squadra può essere vera: in quel momento non ho pensato se chi era al timone fosse in grado di governare meglio di me, sapevo solo che io non potevo farlo e che il mio ruolo doveva essere un altro. Ma su questo probabilmente gioca la mia esperienza da mozzo ;)
    Passerò a trovarti e spero di incontrarti di nuovo in questo porto.
    Buon vento :)

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  24. Beh, se hai esperienza da mozzo, allora sai cosa significa stare in barca.

    Il panico succede, l'importante è controllarlo, come mi sembra di capire hai fatto tu. Hai trovato un metodo diverso, ma alla fine lo hai gestito.

    Non avere paura di alcuni eventi è da matti, non da marinai. Molti signori del mare che hanno descritto le loro emozioni, hanno sempre parlato di momenti così. Passaggi di Slocum e Moitessier sono incentrati sul panico e se ti capita di imbatterti anche in marinai che pur avendo una portata letteraria minore, o del tutto irrilevante, hanno comunque una grandissima capacità velica (mi vengono in mente i pazzi che partecipano alla vendee globe), scoprirai, se non lo hai già fatto, che anche loro hanno avuto ed hanno attacchi di panico.
    E se viene a loro, non dobbiamo considerare del tutto normale che venga anche a noi? Dai, io credo di si.

    M.

    PS per quanto io preferisco stare in rada o in navigazione, avere un porto accogliente dove passare di tanto in tanto fa sempre piacere

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  25. Mauro, qui sarai sempre benvenuto!
    Più rifletto su quello che è accaduto e più mi convinco che aver avuto paura, in fondo, è stato saggio.
    Grazie per il supporto, è un incoraggiamento importante.
    Se poi penso che il tutto è accaduto poco fuori dal porto del Giglio, mi convinco ancora di più che aver timore e rispetto del mare è da marinai e non da scriteriati incoscienti.
    J.

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