lunedì 27 settembre 2010

Noi credevamo


Ieri sera ho assistito alla prima romana del film di Mario Martone, Noi credevamo.
Film lungo, lento, difficile eppure straordinario. E alla fine anche la lentezza ha una sua giustificazione: serve a far comprendere la disillusione di una vita intera di lotta per un ideale, di attesa, di sofferenza, di sogni, di illusioni per raggiungere finalmente cosa: il nulla. E' una denuncia amara dell'ipocrisia del nostro Risorgimento, delle speranze, fallite miseramente, di generazioni di uomini e donne che avevano creduto che avrebbero potuto contribuire alla nascita di un nuovo stato: l'Italia. Di uomini e donne che per quell'ideale hanno combattuto, hanno sofferto, hanno subito il carcere più duro e spesso hanno trovato anche la morte. E' una spaccato sulla violenza della parte che ha vinto, delle follie di alcune frange di rivoluzionari, delle divisioni tra repubblicani e monarchici, della conquista del Sud e del conseguente annientamento di un popolo, della sua economia, della sua storia, delle sua cultura per farne una colonia da sfruttare.
E' un film che non avrà mercato. Non si sa ancora se sarà distribuito nelle sale o se verrà trasmesso in televisione. Non è adatto al grande pubblico perchè da per presupposto che noi si conosca la nostra storia, quindi non spiega, entra direttamente nel vivo degli avvenimenti. 
Ma chiunque abbia la curiosità di comprendere l'Italia di oggi non dovrebbe perdersi questa occasione.

27 commenti:

  1. Il termine lento, è bistrattato. Come se tutto dovesse correre all'impazzata. Lento, riflessivo, agiato, sono termini oramai fuori dalla portata, di chi vorrebbe vivere questo sano modo d'essere, ma non può permetterselo. Per questo anche al cinema lo spettatore, trova lente una riflessione, non perchè questa lo sia davvero. ma perchè la sua frenesia vorrebbe la sintesi in un minuto. Cara Efesto, elimina la parola lentezza dalla recensione e il tutto vedrai che assume u aspetto più umano.

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  2. Caro Gians, il termine l'ho usato volutamente. Quella lentezza riassumeva in se il significato delle intere vite dei protagonisti. Aveva un suo significato, che diventa però tale solo alla fine. Il film dura 3 ore e mezza, e ha dei momenti che sembrano trascinarsi senza fine.
    Alcuni spettatori, esausti, si sono anche messi a scrivere mail sui telefonini, disturbando con la luce dello schermo del cellulare l'atmosfera crepuscolare delle scene.
    Io, comunque, sono uscita molto soddisfatta, sebbene molto triste.

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  3. Tre ore in effetti sono tante, anzi troppe! questo lo dico da lavoratore del settore. a questo proposito mi spingo col dirti che nessuna catena di multiplex programmeranno tale film, non avrebbero un incasso adeguato rispetto ai costi di noleggio. Ma tornando al punto. Ma quale fretta abbiamo? ma anche rilassarci dentro la sala di un cinema diventa difficile? io tutto questo non lo capisco! è una stronzata, e stronzi sono coloro che si sottopongono a queste che oramai non sono più delle loro libere scelte.

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  4. di martone ricordo un film da grandi martellate sulle gonadi dal titolo l'amore molesto, titolo pieno di verità, almeno nella su seconda parte, sugli effetti della pellicola, però aveva anche un suo fascino, bisogna riconoscerlo, con un pezzo di musica napoletana del 1600 che vorrei risentire, per quanto riguarda l'italia, direi che nella nostra unità nazionale c'è tutta la nostrana tensione bigotta all'assoluto dietro la quale celiamo l'altrettanto tipicamente nostrana visione del mondo che è l'esatto contrario di quell'assoluto: insomma, mi sembra preferibile un paese federale popolato da cittadini un po' meno individualisti che un paese dall'unità immacolata ma popolato di biechi menefreghisti, nel risorgimento ha vinto l'enfasi bigotta e non il sano pragmatismo che è elemento essenziale di tutti i paesi che funzionano, amen

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  5. Non vado al cinema da quasi un anno per motivi personali. Leggo tante recensioni di ottimi film e forse dovrei smetterla. O ricominciare ad andare la cinema. Vedrò il da farsi...

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  6. Spero di vederlo; come già ti accennai, il tema della lotta armata è per mè strettamente connesso a quallo della libertà.
    Hai detto bene: violenza del vincitore, quindi santificata; aspettiamo di sapere se quella di Bin laden sarà santificata o meno. Quella di Toni Negri non lo è stata, ma torna a ruggire...

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  7. cara EFESTO, attendo proprio di vedere questo film. Lentezza a parte (che non mi dispiace) se i contenuti sono essenzialmente quelli che tu riferisci allora dico subito (anche senza averlo visto) che è una cazzata.

    Lo dico perchè la storia la conosco e penso che il Risorgimento sia una cosa saria. Meglio dell'Italia che ne è venuta fuori.
    E quindi sono dell'avviso che noi laici dovremmo avere in casa - al posto dei santini - le immagini di Mazzini, di Garibaldi, di Cavour e di Vittorio Emanuele II e guardarle con ammirazione tutti i giorni.
    E ringraziarli.

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  8. Gians, anche non volendo, la fretta ha invaso il nostro tempo e si sta riflettendo anche sulle nostre abitudini, nonostante gli sforzi che possiamo fare per contrastarla. Pensa ad esempio ai libri: oggi non si usano più quelle descrizioni fiume, quelle elefantiache riflessioni, quei dialoghi interminabili che sembrano non giungere mai al punto tipici dei romanzi dell'800. Oggi, perchè un libro sia letto e diventi un best seller deve essere essenziale, deve creare suspance, non deve perdere il ritmo.
    Per fortuna qualcuno sceglie, ogni tanto, di prendersi il suo tempo, ma sa di essere, appunto, fuori dal circuito. Scrive, racconta, recita, narra solo per quei pochi che hanno voglia di perdersi nel suo ritmo.

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  9. Imp. caro, l'amore molesto non l'ho visto, quindi mi sono risparmiata quelle martellate ;)
    E' interessante questa visione dello scontro tra l'assoluto e l'individuale, anzi il privato direi.

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  10. Ma.Le., ogni tanto qualcosa di interessante da vedere c'è. Se puoi, qualche volta fai un'eccezione e concediti una deroga ;)

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  11. Ugolino, confesso di non conoscere praticamente nulla di Toni Negri, se non quel poco riportato dai giornali o dalla televisione in occasione delle sue vicende giudiziarie. Non posso quindi esprimermi, ma è una lacuna che devo cercare di colmare.

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  12. Arci, perchè sei così drastico?
    Anche io la storia la conosco, e non dico certo che il Risorgimento sia stato una bischerata. Credo, però, che i tempi siano maturi per valutare anche altri elementi. Nessuno disconosce l'importanza dei personaggi che citi nella storia del nostro paese, ma non rinuncio a priori a voler sapere se dietro quella luce che ci hanno sempre raccontato si nascondano anche delle ombre.
    Di santini non ne metto, e per principio non adoro nessun uomo.

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  13. cara EFESTO, sono incazzato perchè il Risorgiento non viene apprezzato da nessuno.
    I leghisti sono contro l'unità per la loro ignoranza e per il loro egoismo.
    I fascisti odiano quel movimento che realizzò la libertà del popolo italiano dallo straniero e posero l'accento invece che sul patriottismo sul nazionalismo, fuorviando anche il pensiero di Mazzini.
    I comunisti in nome dell'internazionalismo e per la loro fedeltà prima al partito e poi alla Patria, non l'hanno ben valutato (Gramsci - il loro massimo intellettuale - lesse il Risorgimento come una sopraffazione della borghesia).
    I cattolici odiano quel momento di laicità ed anticlericalismo.
    I repubblicani superstiti siamo qualche dozzina. Adesso ci si mette anche il cinema !!
    La giusta luce non l'ha raccontata ancora nessuno. Nessuno dice che quei 6 staterelli di morti di fame e pidocchiosi, una volta riuniti sono diventati la 7° potenza economica mondiale.

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  14. La nostra vita sta diventando un Bignami.

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  15. imp caro... oooohhhh mi ritorni in mente.....

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  16. Non a caso Martone è napoletano.E' da sempre la nostra storia.Incomprensibilmente lenta e sempre la stessa.Immutabile.
    Abbraccio
    mk

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  17. Tre ore... Parto da qui, perché non capisco per quale ragione se si tratta di vedere Avatar o Titanic anche 4 ore vanno bene, se si parla invece di vita vera perfino cinque minuti sono un'esagerazione. La lunghezza non mi interessa; quello sui cui voglio soffermarmi é che cmq focolai di "rivolta", di desiderio di denuncia stanno tornando. Non so quale sarà il tempo necessario per vederli divampare alti ma so che forse ora questa realtà é il futuro e probabilmente non si potrà arrestare. E' un'opiione, flebile e fioca come una fiammella che arde rincorendo la vita e la speranza. Ma ancora non si é spenta.

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  18. Daniele, parli tu che se anche non è un film, non passi un minuto da me? suvvia..

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  19. Lo farò presto: ma con una commedia allegra. Megli ricominciare così.

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  20. PER GIANS: io passo da te ti leggo.... mettiti un contatore se non mi credi...

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  21. @Daniele, nessuna polemica pubblica, va bene così, pure io sterilmente ti leggo.

    ps, Efesto scusami.

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  22. gian gians sempre dietro a bisticciare, dai su, guarda che la efesto è sensibile, dopo le vengono le palpitazioni a veder certe scene, dai!!!

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  23. Non l'ho visto ma ringrazio di cuore per il consiglio anche se temo che riuscire a far "comprendere" l'Italia di oggi sia più lavoro da esorcista che da registra ;-)

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  24. Il fatto che il regista sia napoletano mi pare già una garanzia.
    Le ombre ci sono eccome, in quel periodo importante ma ancora controverso che è stato il Risorgimento.
    E riguardano la sperequazione fra nord e sud, laddove i settentrionali si impadronirono di beni e ricchezze di quello che era stato il regno delle Due Sicilie.

    Un film da vedere, sicuramente.
    bacio. :)

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  25. Credo che leggerò invece il libro, prima.
    "Noi credevamo" è il titolo del romanzo di Anna Banti da cui è tratto il film.
    Bello spunto Efesto specie per chi come me ama di più la storia antica e zoppica sul Risorgimento..

    Spassoso il post precedente.
    :-)

    Ciao
    Julia

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