giovedì 23 settembre 2010

Crociata moralistica


Nudisti contro libertini a Cap D'Adge


Mio padre mi diceva sempre "chi non mostra non vende". E così mi consigliava di accorciare l'orlo della gonna, di mettere una scollatura più profonda e mi regalò un succinto bikini brasiliano.
Non è assolutamente detto che chi mostra abbia anche intenzione di vendere, ma non vedo perchè porre limiti alla provvidenza!
Se la filosofia naturista persegue la libertà, quest'ultima deve comprendere in se anche quella di esprimere la sessualità secondo le proprie inclinazioni, purchè nel rispetto della dignità (e della salute) altrui.
Dopo questo sermone iniziale, mi pongo una domanda pratica: come dovrebbero fare le autorità per distinguere uno scambista da uno che ha molteplici relazioni? Come si individua un libertino? E soprattutto cos'è?
La parola mi fa immediatamente pensare al Marchese de Sade, ma li stiamo nel campo delle perversioni. E' ovvio che vorrei che un serial killer, uno stupratore, un pedofilo non si aggirassero nel mio quartiere. Ma se qualcuno ha voglia di cambiare partner ogni sera, o più a sera, personalmente non mi riguarda.
Che cosa intendono per attività promiscue in luogo pubblico? Un bacio, ad esempio, assume valore diverso a seconda che se lo scambino persone nude o vestite, o che appartengano allo stesso sesso?   
Non mi piacciono queste crociate moralistiche.
Per una volta sono d'accordo con un Sindaco ....

24 commenti:

  1. I bacchettoni non sono mai mancati. Ognuno faccia come vuole. Già Tenco quasi cinquant'anni fa diceva: "ognuno è libero di fare ciò che gli va e se non vi piace come ci vestiamo guardate dall'altra parte e non fate caso a noi".

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  2. "....Quelli che di notte non si può girare più,quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran class, così sofisticati da chiamare i nas..."Quelli che benpensano:Frankie Hi'NRG.
    Sempre attuale.:)
    Certo che il bikini brasiliano...:DDDDDD

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  3. Davvero sono fuori da ogni notizia di cronaca, al momento non saprei chi sia il sindaco a cui "porgi la spalla" ma questo probabilmente è un vantaggio o meglio sarà motivo per me, di parlarne senza vincoli ideologici. Ci sono delle regole, alcune anche sciocche, ma che per il vivere comune, sono largamente accettate. In sintesi non avrei nessuna difficoltà nel vivere una situazione nella quale persone di ogni sesso, si scambiassero amorevoli attenzioni, a patto che questo lo si faccia, nell'ambito dettato dalle regole e tra persone consenzienti.

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  4. ML, la cosa assurda è che i bacchettoni di oggi sono quelli che 40 anni fa erano trasgressivi. Oggi i trasgressivi chi sono?
    Oggi tutti si riempono la bocca della parola libertà e poi si scagliano contro chi, ormai essere solitario, decide di vivere senza seguire i loro dogmi.

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  5. Moky bella, a 18 anni me lo potevo permettere :)))))

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  6. Giansolino bello, neanche io so chi sia il sindaco di questo paesello francese, e non lo voglio manco sapere per onestà intellettuale.
    Per il resto diciamo la stessa cosa: il rispetto dell'altro e il consenso consapevole (e ciò toglie di mezzo ogni violenza fisica e psicologica). Però un dubbio mi viene. Tu parli di ambito dettato dalle regole, ma quali regole?
    Perchè il terreno è infido. Nell'inghilterra vittoriana, nell'america proibizionista, nel puritanesimo - e potrei continuare nell'elenco - le regole dovevano essere rispettate, e sai bene con quali conseguenza per la libertà e la dignità dei singoli.

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  7. Potrei apparire un bacchettone, se ti rispondessi che la nostra costituzione possiede le risposte alle tue domande del rispetto delle regole? o magari ti apparirei troppo vago? per non sbagliare allora erigo una costituzione del tutto mia ma non nuova: regola numero uno, la tua libertà finisce dove inizia quella altrui. Detto questo ogni contorno è solo fuffa. Notte cara.

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  8. Siamo d'accordo vecchio mio ;)
    Nel rispetto della sfera altrui, giuridica - etica - morale - religiosa - sessuale, il resto fa parte della mia libertà. Credo che su questo non dovrebbero esserci dubbi.
    Dormi bene e sogni d'oro....

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  9. Caso effettivamente interessante, sotto molti aspetti, ma soprattutto quelli giuridici (ma sarebbe meglio dire di dottrine politiche).
    Una comunità che si è affermata proprio nella pacifica disubbidienza rispetto ad una norma del buoncostume (girare nudi in luoghi pubblici) ora si erge a paladina della difesa di un'altra norma, quella del sesso in luogo pubblico, esponendosi evidentemente ad una qualche dose di ridicolo.
    La parte più ridicola è quella relativa a "voyeurismo" ed "esibizionismo", che altro non sono che mostrarsi nudi e guardare le nudità altrui, cose alquanto comuni in una comunità naturista, altrimenti, a furia di camminare guardando per aria, finirebbero tutti dentro pozzi e fontane :-)
    Cosa distingua un naturista da un esibizionista mi pare cosa davvero difficile da dirsi, a meno che non si tratti di problemi "dimensionali" ed il tutto si riducesse ad una collettiva ricadute dell'invidia del pene (altrui). Allo stesso modo distinguere un naturista da un guardone risulta cosa ardua, a meno che il guardone non rimanga vestito, cosa tra l'altro oggetto di specifico quanto dubbio divieto nelle aree naturiste.
    La differenza dovrebbe stare nell'animus, nello spirito col quale uno si mostra nudo osserva quello altrui; ma essendo l'animo insondabile, occorrerà affidarsi al tradizionale specchi dell'anima e riconoscere il malfidato dallo sguardo, e via a recuperare una copia della Fisiognomica di Lombroso!
    Pare, si mormora, sembrerebbe, che per sapere se un uomo mente o dice la verità sia più indicativo osservare altri dettagli, cosa che non dovrebbe in quel contesto risultare particolarmente difficoltoso, ma col già rammentato rischio di farsi guidare dall'invidia più che dallo spirito di giustizia (che non sono poi così diversi in alcuni casi).
    Per le donne il discorso si fa più scivoloso, e occorrerebbe approfondire di più :-)))
    Lasciando da parte gli aspetti ridicoli, rimane il problema filosofico: se si tratta di luoghi privati, è ben giusto che chi ne ha facoltà possa stabilire delle norme confacenti alle sue esigenze e chi vi accede automaticamente vi aderisce.
    Sembra incredibile, ma devo sospendere qui, ma non ho finito.

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  10. Se penso ai libertini e, come te, al Marchese De Sade, poi penso a Daniel Auteuil e allora guai a chi me lo tocca.
    se poi penso che i reati contro la morale pubblica e il buon costume sono sì articoli del codice penale, ma anche prestati all'evoluzione dei tempi, della morale e delle mode, allora non resta che concludere che facciano un po' tutti come gli pare, finché non fanno del male agli altri.

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  11. Ugolino, non puoi lasciarmi a meta col fiato sospeso ;)
    Aspetto il resto ......
    Grazie di essere passato di qua :)

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  12. Ben detto Metro, in tutti e due i pensieri ;)

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  13. Cara Efesto, uccia uccia, complimenti per l'uso corretto dell'aggettivo, un qualsiasi giornalista di grido avrebbe intitolato "crociata moralista", ma tu sei una sana conservatrice, ne ero certo, e hai fatto salva la desinenza corretta, senza raddoppiare i sostantivi con la pretesa di trattarne uno da aggettivo, per il resto che s'inculino tutti, basta che chiedano sempre permesso, che la buona educazione rimane un valore fondante di qualunque consesso, nudo, vestito, sciolto o congiunto che sia,
    un abbraccio

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  14. Carissimo Imp (ti piace il superlativo?),
    sull'uso della lingua sono sicuramente una conservatrice, per il resto che facciano tutti come credano, ma con educazione ;)

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  15. Molto spesso i moralisti predicano bene e razzolano male... ecco perché diffido sempre. L'ipocrisia regna sovrana nel nostro paese.

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  16. Segue a distanza di quasi 24 ore (stavo chiudendo in ufficio e dovevo partire).

    Sul piano teorico la questione richiama numerosi concetti e problemi ancora aperti nel dibattito sui rapporti tra lo Stato e l'individuo.
    Non conosco l'ordinamento francese, ma immagino che non consenta di passeggiare nudi per gli Champs Elysees, quindi evidentemente la severe linee del diritto devono essere state curvate non poco per consentire il libero prosperare di una comunità naturista (40.000 persone) con tanto di Sindaco.
    Ora il problema che si pone è il seguente: si tratta di un particolare riconoscimento di matrice liberale del diritto all'autodeterminazione del singolo o una democratica esaltazione dell'autonomia amministrativa; cioè, hanno elevato la libertà a legge hanno fatto del naturismo una legge?
    Giuridicamente io propenderei per la prima, più o meno in sintonia con quanto ha dovuto ufficialmente rispondere il Sindaco, mentre la "pancia" del popolo naturista ha manifestato reazioni del secondo tipo, conservatrici.

    La domanda, importante, su cui è centrato il tuo post, come riconosce un libertino, deve in realtà essere riportata alla domanda fondamentale che ci sta dietro, cioè che cosa è la libertà.

    In una bozza reperibile da qualche parte nella galassia malviniana si trova un interessantissimo e coraggioso tentativo di porre dei paletti; dice, in breve che la libertà è una sola, e non è pensabile dividerla tra libertà politica, libertà personale e libertà economica.
    Un naturista puritano non è liberale, ma solo un integralista senza mutande.

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  17. Purtroppo per molti l'equazione nudità=sesso è automatica. Io, da naturista convinto e praticante, ne parlai già tempo addietro (http://www.chitblog.net/index.php/naturismo-rime-e-scandali-di-stagione/) e ad oggi devo dire che nulla mi ha ancora fatto cambiare opinione.

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  18. Anch'io ho transitato su spiagge naturiste in Grecia e non ci ho trovato nulla di morboso se non il desiderio di un'abbronzatura integrale e la libertà di fare il bagno senza l'impiccio del costume..
    Comunque in proposito sulla rete era già girato il video delle Iene proprio su Cap D'Adge e non era quello che si chiama naturismo...
    Ti lascio il link
    Buon weekend
    Julia

    http://magazine.ciaopeople.com/Viaggi_Cultura-5/Viaggi_%26_vacanze-63/Cap_d'Agde%3A_video_de_Le_Iene_nel_paese_del_sesso_libero_e_delle_orge-19476

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  19. Grazie Julia,
    il video non l'avevo visto e, se devo dire la verità, non avevo neanche mai sentito parlare di Cap D'Adge.
    Stando così le cose, il naturismo non c'entra proprio nulla. E a questo punto non ha ragione neanche il Sindaco (e lo vedi che anche questa volta mi devo ricredere!)
    Buon weekend anche a te ;)

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  20. Chit, se ti avessi risposto prima di vedere il video che mi ha linkato Julia, ti avrei detto che ciò che mi stupiva effettivamente era questa levata di scudi dei naturisti.
    Se, invece, è vero che il posto è stato traformato in un bordello a cielo aperto, una sorta di ghetto dove esercitare a proprio piacimento le più svariate perversioni, allora il discorso cambia radicalmente.
    Ma non è un problema di naturismo nè di nudità: evidentemente qualcuno ci guadagna a far prosperare questo villaggio del sesso.

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  21. Ugolino, non mi è chiaro il concetto di un'unica libertà. Non riesco a comprendere come un monolite possa essere in grado di rappresentare i diversi aspetti che caratterizzano le relazioni umane e il modo di esprimersi dello spirito. La libertà intesa come rapporto con se stessi non può essere la stessa che si manifesta nella sfera giuridica, economica, relazionale. Non si tratta di dividere la libertà, ma di connotarla in relazione all'aspetto che di volta in volta viene preso in considerazione. Altrimenti sarebbe come dire che l'amore che proviamo, invece di avere una connotazione diversa in relazione alle persone (o animali) che amiamo, si divida tra di essi.

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  22. L'equivoco nasce dalla parola, come sempre; dico "dividere" in senso tassonomico, non distributivo.
    In parole povere, se mi richiamo alla libertà per andarmene nudo per strada, poi come faccio a negare la libertà ad un altro di guardarmi ed eccitarsi.
    È il solito ed irrisolto problema del confine tra la mia libertà e quella altrui, unico discrimine ammesso. Tu che vai in giro per strada nudo precludi a quanti non gradiscono vederti nudo di poter visitare quella cittadina, che sono liberi di non andarci, ma non di andarci senza vederti nudo. Un ragionamento simile lo si può fare per i "libertini" sopragginti. Il solito corto circuito al quale si pone fine solo con l'adozione di norme cogenti che traccino quel limite in modo.
    Ora sta il fatto che i naturisti hanno rivendicato ed ottenuto una slabratura di quelle norme per i loro interessi ed ora si lamentano che attraverso quella slabratura passano delle altre cose. C'è per loro di che interrogersi, e per noi di che polemizzare.
    Piacevolmente.

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  23. Probabilmente hai ragione, si tratta di una slabratura di quelle norme, ma nei secoli sono state proprio le slabrature a consentire che quelle stesse norme cogenti si evolvessero con il modificarsi dei valori che costituiscono il comune sentire fondativo della società.
    Tutto sta a capire, di volta in volta, se i richiami alla libertà siano compatibili con la tenuta del consorzio umano, se siano effettivamente istanze meritevoli o se sotto l'espressione libertà si nasconda il mero interesse egoistico.

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  24. Riportando tutto nell'ambito istituzionale, sono i residenti in quel territorio gli unici ad avere titolo per chiedere che istanze meritevoli trovino accoglimento o tolleranza, ed ad amministratori illuminati il compito di tradurre tutto ciò in modo da garantire tanto le aspirazioni della maggioranza che i diritti delle minoranze.
    Credo che chi fosse costretto a vender casa e trasferirsi per incompatibilità di costumi con la sua comunità dovrebbe trovare un giudice pronto a decretere un cospiquo risarcimento.

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